Una sola città - Trieste - e due giovani vite inghiottite dalla voragine della Seconda guerra mondiale. Per Berta e Alina c’era un prima e malgrado tutto ci sarà anche un dopo, ma ciò che sta nel mezzo è così terribile che viene solo lambito dalla trama del romanzo, come un buco nero che tutto attrae e tutto fa scomparire, anche le parole e le persone. Dentro c’è caduta Alina, insieme alla sua famiglia e agli altri ebrei iscritti al registro della sinagoga; c’è caduta la compagna di scuola Berta, nonostante stesse guardando da tutt’altra parte, verso il futuro marito e la bambina in arrivo. E dentro c’è caduta anche Trieste, tradita nella sua anima cosmopolita e distrutta nel tessuto urbano e sociale, rappezzato giusto in tempo per festeggiare, il 4 novembre 1954, l’annessione alla Repubblica italiana. Nella folla riunita in piazza Grande ci sono anche Berta e Alina, ignare del filo di ragno che ha tenuto unite le loro storie, intrecciate in questo bel romanzo tutto al femminile che si distingue per il lessico ricercato e il drammatico incedere degli eventi.
Ada MuroloSi può tornare indietroEdizioni Astoria, Milano 2016, pp. 206, 16 euro
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