Case, valori catastali e di mercato: a Lodi l’Imu più “leggera” di Lombardia

Il Sole 24 Ore ha messo ha confronto i dati medi di tutte le province italiane

Dal punto di vista fiscale, tenere casa a Lodi conviene più che nella maggior parte delle altre province lombarde. Sicuramente più che a Cremona o Bergamo, ad esempio, e persino più che nella vicina Piacenza. Nel capoluogo si paga infatti l’Imu su un valore catastale medio di poco più di 85mila euro a fronte di un valore di mercato di oltre 143mila. Di fatto un rapporto di uno a 1,69.

Lo si evince da un’analisi del quotidiano economico Il Sole 24 Ore che ha elaborato su dati forniti da Nomisma. La ricerca mette a confronto il valore catastale medio (abitazioni di categoria A/2 e A/3, che rappresentano quasi l’80 per cento del totale nazionale) e le quotazioni medie di fine 2020 (per un appartamento di 90 metri quadrati, tipologia usato civile): a Lodi rispettivamente 85.174 e 143.606 euro.

Per restare in Lombardia, il rapporto di 1,69 calcolato per Lodi è superiore a quelli di Bergamo (1,32), Cremona (1,27), Como (1,26), Varese (1,11) e Lecco (1,10). A Mantova la situazione è addirittura ribaltata, con valori catastali superiori a quelli di mercato (il rapporto, inverso, è di 0,84). Il rapporto “mercato/catasto” è solo lievemente più favorevole a Sondrio (1,75), Brescia (1,81) e Pavia (1,85), mentre a Milano il valore di mercato è ben 2,14 volte l’importo figurativo fiscale.

Alla luce di tali differenze, il raffronto tra valori di mercato e imponibile catastale rivela quando possa essere diverso, a parità di aliquota applicata, il “peso” reale dell’imposta nei vari comuni. Sempre in riferimento all’immobile preso ad esempio, l’aliquota ordinaria dello 0,97 per cento applicata ad esempio dal Comune di Lodi porterebbe a un’imposta di circa 826 euro, pari però allo 0,57 per cento del valore di mercato. La stessa aliquota, applicata a un analogo immobile di Milano, comporterebbe un’imposta di 1.320 euro, per un peso sul valore effettivo dello 0,45 per cento. Cioè decisamente più basso. Al contrario a Mantova, dove il rapporto è invertito, la stessa aliquota peserebbe per l’1,16 per cento sul valore di mercato dell’abitazione. Cioè molto di più.

Naturalmente bisogna considerare che l’analisi de Il Sole 24 Ore si riferisce pur sempre a valori medi, circostanza che apre la porta ad innumerevoli eccezioni.

Il tema della riforma dei valori catastali non aggiornati (in molti casi gli estimi risalgono agli anni ’80) è per altro particolarmente delicato e al momento non sembra sia una priorità dell’agenda parlamentare. Anche perché revisionare gli estimi potrebbe portare ad un aumento delle imposte. E il tema, specie di questi tempi, non sarebbe certo molto gradito.

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