Se la fede è intessuta di note

Una lezione sula musica nei conventi femminili

Un episodio importante e poco noto della storia della cultura ha fatto da filo conduttore all’incontro delle Domeniche di Carta organizzata dall’Associazione Poesia la Vita, insieme a Provincia e Comune, nello scrigno di Santa Chiara Nuova. A tenere banco, dopo la breve introduzione all’incontro della Presidente dell’Associazione Poesia La vita, Laura De Mattè Premoli, è stata la lezione del maestro Maurizio Schiavo sul tema La musica nei conventi lombardi femminili in età barocca. «Dopo il concilio di Trento - ha introdotto il musicista-relatore - e la Controriforma, alla fine del ’500, le norme di clausura divennero se possibile ancora più rigide, ma proprio da allora si ebbe una forte crescita del patrimonio musicale in uscita dai conventi. Si tratta di un capitale culturale enorme e poco conosciuto». L’arte musicale era, seppur non senza polemiche e ostilità, una delle poche concesse alle religiose che, in quel campo toccarono vette altissime. «Basti pensare che era usanza comune che le religiose, pur in un regime di rigidissima clausura, cantassero per un pubblico che le ascoltava attraverso le grate delle loro celle».

Così, nel corso della breve conferenza, il maestro Schiavo ha snocciolato aneddoti e nomi di compositrici di grido come Bianca Maria Meda o la pavese Caterina Assandra, o di religiose ribelli come la contessa Paola Pietra, costretta alla conversione e poi protagonista di una rocambolesca fuga e di uno scandaloso processo. «Benché, come chiunque abbia letto I Promessi Sposi sa, nel ’600 le conversioni forzate fossero, soprattutto per le giovani di buona famiglia, all’ordine del giorno, non bisogna credere - precisa Schiavo- che la composizione musicale fosse, per le religiose una strada verso l’evasione o una forma di ribellione. Anzi, in molti dei loro brani, spesso improntati a una grande semplicità, si percepisce un forte sentire religioso, una sincera fede». A fare da chiosa all’intervento del maestro Schiavo è poi stato l’intermezzo musicale (toccante e appluditissimo) del mezzosoprano Cecilia Bernini e del pianista Luca Ciammarughi che si sono esibiti nell’esecuzione di tre liriche di Ottorino Respighi su testo di Ada Negri Notte, Nevicata, Nebbie. A chiudere l’incontro, prima della visita agli epistolari dell’Archivio Ada Negri, un breve intervento del sacerdote e studioso Lino Cremascoli, convinto sostenitore del fatto che «gli archivi e gli epistolari hanno una forza di testimonianza che di rado altri testi hanno, perché dotati di particolare schiettezza e sincerità».

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