Il “test” di Gianco scalda Melegnano

Il direttore artistico del locale Giorgio Marazzina è entusiasta dell’esibizione di teatro-canzone sciorinata dall’artista e dal suo gruppo: «Dei veri professionisti, non si sono fermati un attimo»

Indeciso fra Lodi (dov’è nato) e Milano (dove è cresciuto e vive), Ricky Gianco ha trovato a metà strada il luogo più adatto a ospitare le prove generali del suo nuovo spettacolo. Una bella sorpresa per gli avventori del Musicolepsia di Melegnano, felici di gustarsi gratis e in anteprima le canzoni, le emozioni e gli aneddoti di È tutta colpa del Rock’n’Roll, lo spettacolo di teatro-canzone che il cantautore di Ciao ti dirò e Stai lontana da me ha scritto a quattro mani con Rosaria Parretti (autrice anche di Stefano Bollani) e che andrà in scena questa sera alle 21.30 al teatro Zelig Cabaret di viale Monza 140, a Milano, dove resterà fino al 4 ottobre. Per le ultime prove prima del debutto la scelta è ricaduta sul locale live di via Morandi a Melegnano, una location ideale per uno spettacolo in cui la musica si alterna alle parole e al dialogo con il pubblico, intima come un jazz club e attrezzata come una sala concerti, data la presenza nello stesso edificio di alcune salette frequentate dalle band della zona.

Chitarra al collo e rock’n’roll nel cuore, Gianco ha raggiunto il Musicolepsia in mattinata, insieme al gruppo che lo accompagnerà stasera sul palco dello Zelig, per la regia di Velia Mantegazza: Vicky Ferrara alla batteria, Dario Polerani al basso, contrabbasso e tastiere più il fido Stefano Corvi alla chitarra, compositore e amico inseparabile, con cui ha realizzato il nuovo inno dell’Inter, Neroazzurri siamo noi. Dopo una giornata trascorsa a mettere a punto gli ultimi dettagli («Dei veri professionisti, non si sono fermati un attimo» conferma Giorgio Marazzina, direttore artistico del Musicolepsia), Gianco e il suo staff sono tornati sul palco attorno alle 21 per la prova generale, andata in scena di fronte alle persone (poche) che in quel momento si trovavano nel locale, rimaste per tutta la serata ad ascoltare la storia di un musicista «che ha visto tutto e conosciuto tutti: ha fondato il Clan con Celentano, ha scritto brani per Mina, Patty Pravo, Demetrio Stratos, ha cenato in piena Swingin’ London con Brian Jones dei Rolling Stones, e una volta un “Beatle” occhialuto gli ha regalato un cappello da pescatore identico al suo, il celebre “John Lennon Hat”.

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