Torna in tv la battaglia di Raffaella

Raffaella Malchiodi, 33enne di San Colombano al Lambro, è tornata in tv per sostenere la sua battaglia sui farmaci salvavita. Ieri pomeriggio, sul canale Milanow del digitale terrestre, è stata ospite infatti di una trasmissione con il politico Fabrizio Montuori, candidato sindaco a Milano nelle ultime elezioni per il Partito comunista dei lavoratori. Raffaella ha raccontato la sua storia: a maggio scopre per caso di avere un tumore al seno, viene operata e tutto il “male” le viene asportato, senza bisogno di chemioterapia. Ma la strada per la completa guarigione è ancora lunga e “passa” attraverso l’assunzione, per cinque anni, di una pastiglia al giorno di Tamoxifene, un farmaco salvavita che dovrebbe impedire al tumore di ricrescere riprodursi nell’altro seno. «Io sono stata fortunata - ha spiegato in trasmissione - perché mi sono salvata: ho un bambino piccolo e potrò vederlo crescere. Ma non ho accettato, e mi ha fatto male, che in un momento tragico della mia vita quello che prima era un diritto del malato ora non lo è più. Questa la trovo una cosa assolutamente ingiusta». Nei primi mesi di cura, infatti, il farmaco in questione era gratuito, mentre da ottobre è diventato a pagamento: ora una parte del costo totale (circa il 40 per cento) è a carico del malato. «Non si tratta di una questione di soldi - ha detto -, perché nel mio caso si tratta di 3,06 euro per una confezione con venti pastiglie, ma di principio, perché il farmaco antitumorale deve essere gratuito». Durante la trasmissione la donna, nata a Lodi ma da due anni residente in collina, ha ricordato anche la petizione lanciata online, da presentare al ministro della Salute per chiedere appunto che i farmaci salvavita di fascia A tornino ad essere gratuiti. Per aderire basta collegarsi al sito http://petizionepubblica.it e cliccare su quella relativa a questo argomento. Al momento hanno già aderito circa 1500 persone, ma servono molte più firme, almeno 30mila, per poter sperare di essere ascoltati.

Dopo il suo intervento, sono arrivate diverse telefonate dagli ascoltatori che segnalavano le loro “disavventure” avute con la sanità lombarda.

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