SANT’ANGELO Maestre scrivono ai bimbi: «Bravissimi, ma si chiude»

Una lettera aperta rivolta anche ai genitori per riflettere dopo la chiusura scattata venerdì mattina tra disagi e delusione

Vedere le lacrime negli occhi dei piccoli, trovare le parole per spiegare loro che, «ci risiamo». E doverli salutare con un arrivederci, trasmettendo comunque ottimismo. Con il cuore stretto - perché demoralizzate e dispiaciute -, ma decise a dare forza e speranza a bambini e famiglie, alle prese con una chiusura a tempo delle scuole, le insegnanti e il personale della scuola dell’infanzia Vigorelli hanno deciso di prendere carta e penna e scrivere a «Il Cittadino» per dare voce a un disagio diffuso.

«Cari bambini» inizia così la missiva firmata dalle insegnanti Elena, Mariaelisa, Melania, Romina, Silvia e Susanna, «vedervi con le lacrime agli occhi, il magone e con la bocca aperta per la notizia ci ha spezzato il cuore.. ci risiamo. Ma questa volta ve lo dovevamo dire noi, ma come? Cosa dire? Quali parole usare? Siete così piccoli per capire tutto questo meccanismo di zone che si è innescato. Noi maestre ci siamo guardate e abbiamo fatto un grande respiro perché dovevamo trasmettervi quel poco di ottimismo che, in questa giornata così grigia, ci era rimasto». I bambini, come raccontano ancora le insegnanti, hanno però dimostrato di «non essere così piccoli» e di comprendere alla perfezione.

«Siete stati forti per tutti questi mesi, avete pulito le mani con precisione, seguendo le istruzioni, avete modificato le vostre abitudini (niente baci o pernacchie), avete mantenuto le distanze con i bimbi delle altre sezioni seppur fossero vostri amici, facendo sembrare tutto un gioco, ma le vostre lacrime ci hanno dimostrato che, dietro al gioco, c’era tanta consapevolezza di quel che è stato un sanno fa e che vorreste non accadesse più. E abbiamo capito, ancora di più, quanto sia essenziale per voi la scuola, quanto lo siano le relazioni». Ai bambini le insegnanti promettono di esserci anche in questi giorni «per ridarvi un pochino di quella strana normalità che avevamo riconquistato»; ai genitori esprimono tutto il loro malessere e il mix di emozioni fatto di «rabbia, delusione, tristezza», perché «in un attimo siamo tornati indietro: comprendiamo benissimo le difficoltà che avrete nell’organizzare le vostre giornate e dividiamo con voi lo sconforto». Consapevoli che «la situazione ha creato un grande senso di unione e siamo una grande famiglia allargata», unita anche nella delusione, perché «la chiusura della scuola significa che i nostri sforzi, come quelli dei bambini e delle famiglie, sono stati vani, anche se non abbiamo mai avuto casi di contagio».

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