San Colombano, ciclista investita

Attraversa in bicicletta sulle strisce pedonali all’incrocio semaforico tra via Steffenini e viale Trieste a San Colombano, ma un’auto la investe: brutta avventura senza conseguenze gravi per S.C., banina di 54 anni che ieri mattina alle 8,30 è stata investita al semaforo dell’Agip. La donna si stava recando da via San Giovanni di Dio verso il centro del paese e arrivata all’incrocio semaforico che regola il passaggio del tratto urbano di strada provinciale 23 Lodi-San Colombano ha attraversato la strada sulle strisce pedonali. A quel punto una vettura proveniente da via Steffenini e in precedenza ferma al rosso semaforico ha svoltato verso l’ospedale Valsasino. L’automobilista, un uomo non residente a San Colombano, è rimasto accecato dal sole basso sull’orizzonte e non ha potuto evitare l’impatto, per fortuna a bassa velocità, gettando a terra la donna.

Nel giro di 10 minuti sul posto sono intervenuti carabinieri e agenti di polizia locale, seguiti dall’ambulanza della Croce Azzurra di Chignolo Po e dall’automedica del 118. La donna è stata prudenzialmente condotta al pronto soccorso di Codogno da dove è stata dimessa già in mattinata. Per San Colombano è il secondo incidente nel giro di un mese che coinvolge dei ciclisti. Tre settimane fa era toccato a M.L. , un uomo di 60 anni residente a Campagna, investito da una vettura all’incrocio tra via Steffenini e via Cesare Battisti mentre in bicicletta si recava verso il centro. L’impatto aveva gettato l’uomo contro il muro di un’abitazione, procurandogli un grave trauma per il quale i medici del San Matteo avevano deciso poi di indurgli un coma farmacologico. L’uomo ora sta meglio, anche se è ancora ricoverato. «Sono casi sfortunati, ma non c’è una situazione di particolare emergenza - dice il comandante della polizia locale Arturo Fiorani -. È vero che un ciclista è sempre più a rischio, perché in caso di impatto anche minimo il pericolo di farsi male è maggiore. Noi invitiamo sempre tutti i ciclisti a procedere con grande prudenza, e nel rispetto del codice, per la loro incolumità e per quella degli altri».

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