Nuovo blitz contro i bulli del paese

Ancora un blitz e sempre di mattina. Con perquisizioni, sequestri e un nuovo gruppo di giovani e adulti condotti nella caserma dei carabinieri di riferimento. Potrebbe crescere il numero di persone coinvolte nel grave caso di bullismo che ha scosso un paese del centro lodigiano - che non sveliamo per tutelare l’identità della vittima - e di cui «Il Cittadino» si era già occupato con un’inchiesta nel maggio scorso. Due anni di soprusi e violenze, dal 2012 al 2014, una vittima, minorenne all’epoca dei fatti, sei ragazzi del paese, con un’età compresa tra i 19 e i 24 anni, indagati per ipotesi di reato come stalking, atti persecutori, sequestro di persona e rapina. In seguito agli ultimi accertamenti, un’altra persona è al momento indagata per favoreggiamento. L’intervento delle forze dell’ordine risale al 27 luglio scorso e non è passato inosservato in paese. Gli uomini dell’Arma all’alba hanno raggiunto le abitazioni di altri ragazzi, che non risultano indagati, per perquisizioni e nuovi sequestri, probabilmente con l’intento di raccogliere eventuali prove di angherie e torture psicologiche e fisiche che, secondo i racconti di alcuni testimoni, sono state riprese con cellulari e poi scambiate in un gruppo allargato di amici, alcuni estranei ai fatti, e da quello arrivate fino agli occhi di qualche adulto. Ora quell’esibizionismo potrebbe costare caro agli indagati. L’inchiesta, portata avanti dalla Procura di Lodi, nasce dalla denuncia della vittima, che ha avuto la forza di ribellarsi nel giugno 2014, dopo l’ennesima serata di paura, in una discoteca del Lodigiano. Era lì per la festa di fine anno della scuola e ha incontrato i suoi aguzzini, che lo hanno costretto a spogliarsi e a mostrarsi a un gruppo di coetanei. Ma sono diversi i fatti gravi riepilogati dal giovane in Procura e raccontati al «Cittadino» da diversi testimoni, maturati in alcuni luoghi specifici del paese e non solo. Una vera e propria persecuzione, durata oltre due anni, culminati in episodi gravissimi, con il ragazzo legato e chiuso di forza in un bagno, mentre in tre con la violenza gli sottraevano il cellulare per mandare sms offensivi a una giovane amica, o legato a un palo e usato come bersaglio per le pallonate del gruppo. O ancora costretto a togliersi la giacca per poi indossarla al contrario come una camicia di forza mentre veniva frustrato con una cintura, sequestrato per oltre due ore al buio in uno sgabuzzino o obbligato con la forza a salire su un auto per condurlo in piazza, dagli altri membri del branco. «Stiamo seguendo la vicenda con attenzione e siamo molto preoccupati, come tutti gli altri cittadini di una comunità scossa da questi eventi - ha detto il sindaco del Comune - : abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e nell’evoluzione delle indagini». A questo punto non ci sono tempi certi sulla chiusura delle indagini che, soltanto tre mesi fa, sembrava imminente.

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