Tangenziale, la verità della Fabiani

«La ditta costruttrice

avrebbe in pratica dovuto

finanziare la Provincia

per 3,5 milioni di euro,

fino al saldo dei lavori»

Tangenziale di Codogno, mentre la Provincia stringe i tempi per il riaffidamento dei lavori e per far così ripartire i cantieri, il braccio di ferro legale con l’impresa Fabiani, originariamente titolare dell’appalto il cui contratto è stato da poco risolto, non accenna a smorzarsi. E l’ingegner Vittorio Fabiani, direttore generale della Spa bergamasca torna a parlare ribadendo la posizione della sua impresa sulla controversa vicenda.

Per cercare di fare un po’ di chiarezza, ci può ricostruire la dinamica del contratto di appalto?

«Fin dall’avvio dei lavori, dopo la consegna e l’approvazione del progetto esecutivo e della programmazione dei lavori da parte della Provincia, sono emerse una serie di criticità che impedivano il regolare andamento delle attività a causa dei ritardi della Provincia stessa nell’effettuazione delle opere di bonifica bellica, che erano di competenza dell’ente committente; successivamente dei ritardi nell’ot-tenimento delle autorizzazioni da parte di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), per quanto riguarda le opere di scavalco della ferrovia, a seguito della ritardata stipula di apposita convenzione tra l’amministrazione provinciale e Rfi e del relativo pagamento degli oneri. Inoltre emergevano ulteriori difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni da parte dell’Anas per l’apertura di un accesso in prossimità della Statale 9 Emilia che consentiva il raggiungimento delle aree dei lavori riguardanti il sovrappasso ferroviario; ed ancora i ritardi accumulati per gli spostamenti di alcuni sottoservizi da parte di Terna, Enel e Telecom nelle aree interessate dai lavori, interferenti con il normale proseguo delle attività secondo il programma già approvato dalla Provincia».

Cosa è accaduto allora?

«Le conseguenze dell’irregolare andamento dei lavori, dovuto alle cause sommariamente sopra descritte, sia in relazione al decorso del tempo contrattuale sia in relazione ai maggiori oneri e danni subiti, sono state oggetto di iscrizione di apposite riserve, per le quali è stato attivato un procedimento - previsto dalle norme - di accordo bonario attraverso una commissione appositamente costituita (composta da tre membri, due dei quali tra cui il presidente, nominati dall’amministrazione provinciale e uno dall’impresa) che ha reso all’unanimità il proprio motivato parere, confermando la legittimità delle richieste avanzate dall’impresa e proponendo alla Provincia il riconoscimento di un importo a favore dell’Impresa di euro 649.220,92 oltre Iva, proposta che l’amministrazione provinciale ha rifiutato. Per questa ragione la Fabiani ha dovuto attivare presso il competente Tribunale delle Imprese di Milano, mediante atto di citazione, un giudizio per il riconoscimento degli oneri sostenuti».

Quando sono sorte le difficoltà insormontabili?

«A seguito dei lavori contabilizzati nei Sal 6-7-8-9-10, la Provincia non ha provveduto al loro pagamento, creando gravissime difficoltà di ordine finanziario all’impresa».

È vero che avete notificato decreti ingiuntivi?

«Sì. Sono stati notificati due decreti ingiuntivi: uno per i Sal 6-7-8-9 e l’altro per il Sal 10 per l’importo complessivo di euro 4.693.031,90 oltre alle spese di procedura ed interessi dal dovuto al soddisfo».

La Provincia ha inoltrato opposizione ai decreti ingiuntivi?

«Per quanto riguarda il primo, no. Per quanto riguarda il secondo, dell’importo di euro 1.100.821,91, ha presentato opposizione».

La Provincia afferma che il pagamento del Sal 10 non è avvenuto a seguito del mancato pagamento dei subappaltatori...

«La Provincia ha corrisposto l’importo di euro 3.592.209,99 relativo ai Sal 6-7-8-9 in data 20.2.2013 e si era verbalmente impegnata ad effettuare il pagamento del 10° Sal per euro 1.100.821,91 al più tardi entro l’8.3.2013. Purtroppo l’importo del 10° Sal non è mai stato pagato e questo ha creato difficoltà per il pagamento dei subappaltatori ai quali avevamo destinato somme facenti parte dell’importo del 10° Sal. Tuttavia, sebbene la Provincia non abbia pagato l’importo del 10° Sal, la Fabiani - facendo ricorso a propri mezzi finanziari - ha comunque provveduto al pagamento integrale dei subappaltatori per tutti gli importi relativi ai lavori contabilizzati di cui ai Sal da 6 al 9, per cui non c’è alcun impedimento da parte della Provincia al pagamento del Sal 10».

Perché i lavori ora non possono riprendere?

«I lavori sono stati sospesi per avversità meteorologiche fino a tutto il mese di maggio sin dal dicembre 2012. A quella data la Provincia era già gravemente inadempiente ai propri obblighi poiché aveva omesso il pagamento dei Sal da 6 a 10 per un importo complessivo di euro 3.878.538.75 oltre Iva pari al 34,167% dell’importo di contratto. In conformità alle norme, la Fabiani ha sospeso i lavori e ha diffidato la Provincia ad ovviare al grave inadempimento, pena la risoluzione del contratto per fatto e colpa della Provincia stessa».

Come ha risposto palazzo San Cristoforo?

«La Provincia non ha corrisposto l’intero importo di cui era debitrice; in data 20.2.2013 ha pagato euro 3.592.209,99 per cui tuttora la Fabiani è creditrice di euro 1.100.821,91, oltre interessi e spese di procedura. A tale grave inadempienza si deve altresì aggiungere che la Provincia ha assunto provvedimenti (verbale della Giunta provinciale del 17.1.2013 Prot. G.P. 15/2013, al punto 1: “… Delibera … la Ragioneria provinciale provveda al pagamento di spese allocate al Titolo 2° - Conto Capitale -, entro l’importo massimo di euro 7.490.000.00 (pari alla previsione per l’annualità 2013 riportata nel prospetto riepilogativo Allegato 1 alla deliberazione C.P. n.24 del 27.9.2012, di determinazione del saldo di competenza mista ai fini del Patto di Stabilità Interno per il triennio 2012/2014”) in forza dei quali provvederà ad effettuare ulteriori pagamenti solo a partire dal febbraio/marzo del prossimo anno».

Cosa avrebbe significato tutto ciò?

«Poiché i lavori dovevano finire ad agosto 2013, la Fabiani avrebbe dovuto integralmente finanziare la Provincia per un importo di euro 3,5 milioni pari all’importo dei lavori ancora da eseguire, condizione questa certamente non accettabile soprattutto in una situazione finanziaria quale quella attuale, in cui le banche non erogano il credito (v. la summenzionata Delibera, al punto 4: “… il Dirigente Ragioniere Capo può rilasciare esclusivamente certificazioni del credito, senza indicazione della data di scadenza del pagamento …”) e i fornitori pretendono il pagamento anticipato o garanzie bancarie in ordine ai saldi delle loro prestazioni».

Che spiegazioni ha fornito la Provincia?

«La Provincia cerca di giustificare il proprio comportamento facendosi scudo del Patto di Stabilità interno che tuttavia non può certo costituire una valida giustificazione perché esso preesisteva già al momento in cui è stata bandita la gara e di esso nessuna menzione è stata fatto negli atti di gara. Altre amministrazioni, proprio in ragione del Patto di Stabilità, hanno chiaramente evidenziato nel bando di gara che avrebbero pagato i lavori oggetto della gara in un arco temporale ben più lungo di quello previsto per la loro esecuzione. Questo significa agire in maniera corretta e trasparente perché consente ai singoli concorrenti di tenere conto degli oneri derivanti dalla maggior durata dei pagamenti. La Provincia di Lodi non ha assolutamente detto nulla di tutto ciò, pretendendo di accollare alla Fabiani l’onere di finanziare più di 1/3 dell’importo dei lavori, cosa che nelle attuali situazioni economico finanziarie non è assolutamente possibile».

Si può pensare che le difficoltà finanziarie siano all’origine di alcuni vizi che oggi vengono riscontrati in ordine ai lavori eseguiti?

«Assolutamente no, i lavori sono stati eseguiti a perfetta regola d’arte ed in conformità alle specifiche tecniche contenute nel capitolato speciale d’appalto. Per altro in corso di esecuzione, mai la Direzione lavori o il Rup hanno mosso alcuna contestazione circa i lavori eseguiti, salvo per un avvallamento in prossimità del sottopasso in relazione al quale già eravamo intervenuti. Si tratta in ogni caso di problemi di lieve entità che normalmente vengono risolti in corso d’opera e che nel caso specifico sono stati esaltati dalle avversità meteorologiche particolarmente intense di questi ultimi mesi, e dall’impossibilità di un pronto intervento. Esso è infatti precluso dalla inoltrata risoluzione del contratto in ordine alla quale la Fabiani con raccomandata del 21.5.2013 ricevuta il 23.5.2013 ha invitato la Provincia a riprendere in consegna le aree ed i lavori eseguiti. Solo in data 4.6.2013 l’amministrazione ha comunicato verbalmente che dovrebbe prendere in consegna le opere eseguite e le aree entro la fine del mese di giugno».

È vero che la Fabiani ha già attivato una contenzioso contro l’amministrazione provinciale?

«Sì, è vero, a parte i due decreti ingiuntivi per ottenere il pagamento degli importi certificati dalla stessa amministrazione provinciale; inoltre, in conseguenza dell’inadempimento della stessa e dallo scadere del termine con la diffida ad adempiere notificata l’8.2.2013 il contratto è stato risolto per fatto e colpa della Provincia. La Fabiani ha chiesto al giudice di accertare la liceità di tale risoluzione e di condannare la Provincia al pagamento di tutti gli oneri conseguenti. Inoltre sono state azionate anche alcune riserve mentre altre sono oggetto di altro procedimento giurisdizionale a seguito del rifiuto della Provincia di accettare il parere motivato espresso della commissione prevista dalla legge per pervenire ad una accordo bonario. Stupisce davvero che l’amministrazione provinciale ritenga in malafede la Fabiani per il solo fatto di aver tutelato le proprie ragioni ed essersi rivolta agli organi di giustizia per vedersele riconosciute. Non possiamo certo accettare lezioni da chi ha così palesemente violato i patti contrattuali».

Cosa chiede la Fabiani alla Provincia per riprendere i lavori?

«Noi abbiamo risolto il contratto per effetto della diffida ad adempiere e l’amministrazione provinciale l’ha dichiarato risolto con la delibera della Giunta Provinciale n. 99 del 4.6.2013; non so se, tecnicamente, ci sia la possibilità di ripristinare il rapporto contrattuale. In ogni caso, anche prima che le cose precipitassero, abbiamo chiesto innanzitutto il rispetto per il lavoro eseguito, rispetto che non può esaurirsi in semplice forme verbali ma che deve sostanziarsi in comportamenti concreti di cui la Provincia si è dimostrata incapace. In tempi come questi di gravissima crisi finanziaria, l’appaltatore può lavorare solo se può garantire ai propri fornitori e subappaltatori una regolarità di pagamenti che presuppone a monte il rispetto dei termini di pagamento presenti nel contratto di appalto. Se la Fabiani non paga i subappalti o non versa i contributi vengono ad essa sospesi i pagamenti da parte di committenti pubblici e non viene rilasciata la “Dichiarazione Unica di Regolarità Contributiva” (Durc) necessaria per partecipare alle gare con gli enti pubblici».

E invece...

«E invece la Provincia di Lodi pretende impunemente di differire a suo piacimento i pagamenti senza neanche corrispondere gli interessi che, per legge, devono essere contabilizzati e corrisposti al Sal successivo a quello pagato in ritardo. Alla Provincia abbiamo chiesto di rispettare il contratto e poiché i precedenti evidenziano una carenza di credibilità del Committente (in particolare: su 10 Sal, regolarmente contabilizzati e certificati, 5 sono stati pagati con cessioni di credito con pagamento da un anno a oltre un anno e mezzo; 5 muniti di decreto ingiuntivo di cui l’ultimo, il 10°, per un importo di oltre 1 milione, non ancora pagato), la Fabiani ha chiesto che il pagamento dei lavori da eseguire sia assistito da una garanzia bancaria, ma la Provincia non ha inteso minimamente neanche considerare tale ipotesi, forte di una normativa di privilegio che tutela gli enti locali e non consente di mettere in esecuzione i titoli esecutivi prima di 120 giorni dalla loro notifica. In questo modo è impossibile svolgere attività di impresa, poiché l’impresa ha bisogno di certezze e credibilità e la Fabiani non può certo perdere la propria credibilità in conseguenza degli inadempimenti della Provincia. In definitiva abbiamo sfidato la Provincia di Lodi a dimostrare con i fatti la propria volontà di rispettare i patti sottoscritti costituendo idonee garanzie bancarie circa i pagamenti futuri e a saldare integralmente tutti i propri pregressi debiti. A queste condizioni, la Fabiani sarebbe stata disponibile a riprendere i lavori».

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