L’insegnante morta in casa:la famiglia chiede l’autopsia

La famiglia di Nadia Vercesi, l’insegnante di 48 anni trovata senza vita domenica nella sua abitazione di Terranova, ha chiesto che sulla salma della donna venga eseguita l’autopsia. Solo così si potrà conoscere la verità sulle cause della morte, anche se la procura di Lodi sembra convinta che si sia trattato di un evento naturale, causato forse da un malore improvviso che l’ha colta all’improvviso mentre si trovava sul divano di casa.

L’esame verrà eseguito nei prossimi giorni e questo ha fatto slittare anche i funerali, che comunque verranno celebrati nella chiesa di Terranova.

Ad insospettire i familiari, forse, è stata la porta di ingresso trovata aperta (ovvero non chiusa a chiave) dall’ex marito e dalla nipote quando domenica sono entrati in casa sua, in piazza Falcone e Borsellino, su segnalazione dei vicini. Ma questa, spiegano in paese, era una sua abitudine.

Ieri mattina, intanto, nella camera mortuaria di Codogno, è stata eseguita l’ispezione esterna sulla salma disposta dalla procura, che sembra abbia dato esito negativo: sul corpo quindi non sarebbe stato trovato nessun segno “anomalo”, riconducibile a qualche violenza subita.

La donna viveva sola. Originaria di Melegnano, si era trasferita in piazza Falcone e Borsellino solo un anno fa, dopo la separazione con il marito, mentre in precedenza aveva vissuto in via Palazzola. Insegnante di lettere alla scuola media di Castelnuovo Bocca d’Adda, probabilmente a settembre sarebbe stata trasferita a Brembio, più vicina a casa, come lei stessa aveva chiesto alla dirigente scolastica alcune settimane fa.

Da alcuni giorni i vicini di casa non la vedevano uscire e così si sono insospettiti e hanno chiamato i familiari per avvertirli. Domenica pomeriggio sono arrivati in piazza Falcone e Borsellino l’ex marito e la nipote: la porta era aperta e all’interno, seduta sul divano davanti alla tv accesa, c’era Nadia Vercesi. Sembra che fosse morta già da tre giorni.

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