Il corpo ritrovato nel Po è della 40enne di Miradolo

Il corpo trovato nel Po in località Isola Serafini è quello della badante albanese di Miradolo scomparsa il 29 maggio scorso. I carabinieri di Piacenza confermano che la sorella della donna ha fatto il riconoscimento tramite alcune foto che le sono state mostrate, sia del corpo che di alcuni oggetti (gli orecchini e il reggiseno con un cuore stampato) e indumenti che il cadavere indossava.

I sospetti degli investigatori, scaturiti subito dopo il ritrovamento del corpo, hanno ricevuto quindi una conferma. E torna a prendere corpo l’ipotesi che la donna sia stata uccisa e in seguito gettata nel fiume.

Le tracce di Kruja Lavdije si “perdono” nella zona fra San Colombano e Orio Litta. L’auto è stata trovata in via Cesare Battisti, decisamente lontano dal Lambro per pensare che la donna l’abbia lasciata lì per poi andare a gettarsi nel fiume. Avrebbe infatti dovuto affrontare diversi chilometri sulla provinciale 234, quando invece gli argini del Lambro o del Po sono facilmente accessibile. L’auto è stata ispezionata dalla Scientifica, ed emerge che nei pressi della vettura sarebbero stati trovati dei segni di trascinamento. Anche per questi motivi la procura sospetta quindi che qualcuno abbia aspettato la donna proprio a San Colombano, dove si era recata sembra per un colloquio di lavoro, e che lì sia stato consumato il delitto. Senza contare che la 40enne è scomparsa nel nulla senza lasciare nemmeno un messaggio o un biglietto per spiegare il suo gesto e che di fatto ha lasciato solo il figlio 13enne che viveva con lei.

Si tratta in ogni caso solo di ipotesi. Fino a martedì infatti il procuratore di Lodi Sara Mantovani non aveva ancora la certezza che il cadavere riemerso dal Po fosse effettivamente la donna scomparsa e non disperava di poterla trovare ancora in vita. Anche se, ha aggiunto, «più passa il tempo e più le speranze si assottigliano». Ora le indagini hanno preso invece una direzione ben precisa.

C’è attesa invece per gli esiti dell’autopsia disposta dalla procura di Piacenza sul cadavere trovato nel Po. Il corpo infatti era martoriato sia per la permanenza in acqua sia per le operazioni di ripescaggio (è stato recuperato dal sistema meccanico che pulisce le grate della centrale elettrica, poi posto su un nastro trasportatore e fatto cadere da sei metri sopra un mucchio di rami e detriti) e spetterà al medico legale stabilire quali ferite sono la causa del decesso e quali invece sono “postume”. Questo rappresenterà un altro tassello decisivo per fare luce su questa vicenda.

Nel frattempo proseguono gli accertamenti, e ancora ieri mattina la sorella della badante 40enne è stata convocata presso la caserma dei carabinieri di Chignolo per essere sentita. (Foto Il Piacenza)

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