ELEZIONI Anche il ministro Calderoli a Casale per tirare la volata a Delmiglio

Il sindaco e candidato: «Era già venuto 5 anni fa e ha portato bene»

«È bello ritrovare tanti volti storici… Lina, i fratelli Bignami, Ilaria, Augussori…». Dal palco in piazza Pusterla, seduto accanto al sindaco Elia Delmiglio e all’assessore regionale della Lombardia Guido Guidesi, il ministro Roberto Calderoli li chiama per nome o cognome, gli amici della Lega, quelli della prima ora. Al suo arrivo ci sono stati gli abbracci e le strette di mano, ma dal palco li risaluta. Sì c’erano Gianteresio e Carlo Emilio Bignami con tanto di spilletta di Alberto da Giussano al petto, l’assessore casalina Lina Resegotti in maglietta verde bosco (non la sola), il senatore Luigi Augussori, militanti vecchi e nuovi, ieri alle 17 ad accogliere il ministro a Casale.

C’erano il segretario provinciale Claudio Bariselli e il sindaco di Codogno Francesco Passerini con i “suoi” consiglieri in quota Lega, Alessandro Canevari, e poi gente semplice, anziani, coppie. «Da queste parti per una decina d’anni ci ho vissuto – racconta Calderoli -. A Casale venivo la domenica a fare la spesa, e quanti comizi sotto quei portici». Lo sguardo verso Piazza del Popolo di fronte a sé, dove carabinieri e Questura presidiano la zona. L’occasione per il suo ritorno in città è la campagna elettorale. «Il ministro era venuto anche 5 anni fa e ci ha portato bene», ricorda Delmiglio provando ad ingraziarsi la “dea fortuna”. Ricandidato alle amministrative dopo un primo mandato, le ragioni “vere” per essere rivotato il primo cittadino però le elenca una ad una: «Trenta milioni di opere in 5 anni per una città di 16mila abitanti senza aumentare di un centesimo le tasse, ridotto di 2,5 milioni di euro il debito pubblico…».

Poi sono Guidesi e Calderoli ad affrontare il tema del rendez-vous: la riforma delle autonomie in discussione in Parlamento. «Permetterebbe alle imprese lombarde di confrontarsi con i competitor in Europa alle stesse condizioni», afferma l’assessore regionale. «Io sono autonomista da prima ancora di esser nato – spiega Calderoli ricordando l’eredità del nonno, fautore del Mab, Movimento autonomista bergamasco, nel 1946 -. Lui non ci riuscì. Il giorno in cui faccio questo sono a posto».

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