Vivere da adulti anche al di fuori della famiglia

Sabato 12 novembre, nell’ambito delle iniziative per ricordare i 35 anni di costituzione dell’Associazione Disabili Insieme di Casalpusterlengo, organizzato in collaborazione con Ledha Lodi - Gruppo Intesa Associazioni Persone con disabilità, si è tenuto un confronto su: «Vivere da adulti anche al di fuori della famiglia». Molte famiglie che hanno al loro interno persone disabili, più o meno giovani, si interrogano sulle prospettive del Dopo di Noi, cioè su cosa succederà ai loro famigliari, nel momento in cui non potranno più seguirli direttamente. A questo problema cerca di dare una risposta la legge 112 del 22 giugno 2016, che destina apposite risorse e individua strumenti giuridici per costruire percorsi individuali finalizzati al raggiungimento della loro maggiore autonomia possibile. L’on.le Elena Carnevali, relatrice della legge alla Camera dei Deputati, con un intervento molto appassionato, ha illustrato tutte le potenzialità di questo strumento, sottolineando come, dopo la approvazione dei decreti attuativi e l’assegnazione delle risorse alle Regioni (a Regione Lombardia sono stati assegnati 16 milioni di euro) sia compito anche delle associazioni dei famigliari attivarsi per una corretta gestione di questo strumento. Del suo intervento è stato fornito un resoconto su Il Cittadino del 16 novembre ed a questo rimando. Quello che mi preme evidenziare è che in rapporto a questa opportunità, il territorio della Provincia di Lodi non parte da zero, in quanto già negli anni che precedono l’approvazione della legge è stato fatto un importante lavoro per implementare un percorso di educazione all’autonomia per le persone disabili che ha lasciato dei segni. Si è trattato di in percorso che attraverso momenti di incontro e confronto, anche con esperienze realizzate in altre realtà territoriali, ha permesso il coinvolgimento di famiglie, operatori e persone interessate con la finalità principale di permettere una crescita culturale attorno ad una nuova opportunità che poteva essere sfruttata. Da questo punto di vista la legge 112 offre a tutti noi la possibilità di proseguire questo lavoro, sulla base soprattutto di quanto di positivo è stato realizzato, e le esperienze fatte, anche nella nostra Provincia sono sicuramente significative. Voglio ricordare in modo particolare le seguenti, che non vanno considerato esaustive di tutto quanto è stato fatto. L’esperienza del Condominio Solidale avviato nel 2004 su sollecitazione della Associazione Aiutiamoli e grazie alla messa a disposizione da parte del Comune di Lodi di uno stabile, di cui ha finanziato anche la ristrutturazione. In questo progetto l’intervento per favorire un percorso di autonomia per le persone disabili è inserito in un contesto in cui sono presenti non solo disabili, ma anche unità famigliari in una logica di mutuo aiuto. Il condominio solidale è tuttora attivo, ad Aiutiamoli è subentrata la Cooperativa Sociale Le Pleiadi e vi sono concrete possibilità di inserimento di altre persone con disabilità in aggiutna ai 4 già oggi presenti.L’altra esperienza significativa è il progetto Avalon della Cooperativa il Mosaico, una esperienza partita anch’essa nel 2004 e che prosegue tuttora. A questo progetto è stato dedicato un appartamento, appositamente affittato, collocato in un condominio in cui sono presenti altre unità abitative, in cui sono state inserite tre persone con disabilità psichica, con l’obiettivo di perseguire la loro massima autonomia, prevedendo nel tempo una progressiva riduzione delle figure (educatori, badante) che le hanno inizialmente affiancati. I risultati che sono stati raggiunti sono sicuramente importanti in quanto oggi le tre persone diversamente abili: • vivono e dormono da sole senza assistenza di badante ed educatore; • svolgono in autonomia le mansioni domestiche: riordino dell’appartamento, preparare la colazione, uso della lavatrice e stirare ecc. ; • usano il telefono, anche per eventuali emergenze, attraverso l’utilizzo di numeri memorizzati;• sempre in autonomia escono o per raggiungere le loro attività diurne: posto di lavoro o i servizi di cui usufruiscono. Residua l’intervento dell’educatore per il mantenimento dell’autonomia acquisita, in quanto comunque a queste persone va sempre dedicata una certa attenzione. Penso di potere affermare, anche sulla base del confronto con la esperienza portata da Marco Bollani che, in rappresentanza di Anfass, ci ha illustrato il Progetto «A Casa Mia» fatto a Mortara, che le famiglie delle persone con disabilità possono guardare con una certa fiducia al futuro dei loro cari ed impegnarsi con noi per fare in modo che questa legge sviluppi pienamente le sue potenzialità anche nel nostro territorio.

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