Un numero amico della scuola

C’è un numero che in questi ultimi tempi, chissà perché, compare magicamente spesso ad accompagnare per mano la scuola, determinando delle significative correlazioni tra la sua presenza e gli eventi ad esso direttamente o indirettamente collegati. Non riesco a interpretare se è un’apparizione preoccupante o ben augurante, fatto sta che questo 96 ce lo ritroviamo tra i piedi quasi a sottolineare decisioni o interpretazioni a cui possono seguire ulteriori sviluppi. Pare di avere a che fare con un numero particolare il cui spessore sensoriale cresce man mano si allarga l’orizzonte che lo vede protagonista. L’ultima sua apparizione risale ai primi giorni di questo mese in ambito giuridico, ma che vede la scuola chiamata a rispondere dei suoi atti. Ma andiamo con ordine. Il primo approccio consegue il 96 arriva poco prima di Natale. E’ il 17 dicembre 2012 e il Ministero pubblica la C.M. n°96 relativa alle iscrizioni degli alunni di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2013-2014. Una circolare attesa per le scadenze e l’organizzazione che di fatto impone una mezza rivoluzione. Per la prima volta, infatti, si parla di iscrizione obbligatoria via internet con un modello predefinito. Intanto in aprile si insedia il governo Letta. Si riapre la discussione su «quota 96» causa di un duro confronto sociale tra Elsa Fornero, ministro del Welfare nel precedente governo Monti e i sindacati. Una ferita ancora oggi aperta che il nuovo Ministro Carrozza intende emarginare una volta per tutte. Sono tanti i lavoratori della scuola (docenti e ata) costretti a rimanere in servizio per altri quattro anni. Ma è di questi giorni una notizia tanto attesa. La commissione Lavoro della Camera è impegnata a trovare una soluzione che superi definitivamente le problematiche legate al problema sollevato dalla legge Fornero. In ultima analisi si va verso la revisione e forse il superamento della «quota 96» per la scuola. Con gli scrutini il numero 96 fa capolino anche nella mia scuola. Si aggira, infatti, attorno al «96%» la percentuale di ammessi dei candidati agli esami di Stato. Una percentuale molto alta che se da una parte mette al riparo da probabili ingiustizie tante mediocrità in fatto di rendimento scolastico, dall’altra pone dei seri interrogativi sull’opportunità di rivedere la materia del contendere tra chi vuole rivedere la formula degli esami e chi vorrebbe abolirli del tutto congiuntamente all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Impressionante è un’altra coincidenza che vede il 96 imporsi con tutto il suo peso. Il riferimento va alla recente sentenza del 4 giugno scorso resa nota dai giudici del Consiglio di Stato chiamati ad esprimersi sull’annosa vicenda tutta lombarda che vede confrontarsi da un anno a questa parte, a suon di scontri legali, i vincitori del concorso dei dirigenti della Lombardia contro alcuni ricorrenti che si ritengono ingiustamente vittime di una presunta irregolarità legata alle buste trasparenti tanto da mettere in discussione lo stesso principio dell’anonimato. L’obiettivo è l’annullamento del concorso.Ebbene per i giudici di palazzo Spada il valore medio di opacità delle buste è intorno al 96%, il che lascia presupporre una probabile svolta positiva della vicenda a favore dei candidati vincitori. E speriamo che sia così. Ancora una volta torna alla ribalta questo numero che pare perseguitare o assistere, a seconda delle circostanze, chi di questo numero è vittima o chi a questo numero ha legato le proprie speranze. Che si tratti di coincidenza, o di cabala o di stranezza (la si chiami come si vuole) fatto sta che questo numero 96, come per magia, pare comparire e affiancare in questo periodo la scuola, seminando speranze, ma anche scompiglio e perplessità. Una casualità? Penso proprio di sì. Del resto non vedo quale altra interpretazione dare ai fatti segnalati se non pari a una sconcertante serie di coincidenze per fortuna benevoli al punto da associarle al ricordo di innovazioni epocali, gioiosi o speranzosi eventi. E’ il caso dell’impegno a cui sono state chiamate le famiglie con le iscrizioni online imposte dalla C.M. n°96; o il caso dei miei 252 studenti ammessi agli esami di Stato pari a un 96% del totale degli iscritti alle classi quinte; miglior riflessione si può fare per il ripensamento in atto a livello politico della fatidica «quota 96» che tanto malcontento ha generato in migliaia di dipendenti della scuola. Un discorso a parte merita quel dato del 96% di opacità delle buste così speranzoso ai fini della positiva soluzione di una snervante situazione. Mi pare che tutto sommato è un numero che ha portato bene a tutti, distribuendo speranza e fiducia in tantissime persone che a questo numero, senza volerlo, si sono trovate legate o collegate. Ora che anche il 96 ha preteso il suo spazio nella storia della scuola recente, possiamo dire che dare i numeri non è poi così dannoso come potrebbe apparire. Purtroppo un problema esiste. Non è un numero da giocare: i numeri del lotto terminano con il 90. Non è un numero da cabala: anche in questo caso la «smorfia» napoletana non va oltre il 90; non è un numero matematicamente facile da gestire: il suo multiplo è alquanto complicato. La storia è piena di stranezze tuttavia sono dell’avviso che le cose avvengono perché devono avvenire. Che abbiano un nome o avvengano in una certa data, o siano attraversate da un sottile comune denominatore, le cose avvengono perché devono avvenire. Un file rouge che non nasconde nessun lato oscuro, nessun possibile scenario, sono solo fatti. Non c’è nulla da capire perché nulla si cela dietro queste coincidenze numerico-temporali. Del resto le coincidenze sono come gli esami: non finiscono mai. Mi sono solo divertito a raccontare certi avvenimenti legati da un stesso numero che non posso nemmeno giocare. Ma è pur sempre un modo di prestare attenzione alla realtà che ci circonda. «Né più mi occorrono le coincidenze, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede» ci ricorda Montale. A proposito. Vincenzo Nibali è il nuovo astro nascente del ciclismo italiano. Ha da poco vinto il 96° giro d’Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA