C’è stato un tempo in cui per me eri tutto, le mie colonne d’Ercole, oltre c’era l’infinito che non m’interessava conoscere ed esplorare. C’è stato un tempo in cui con la tua voce le favole diventavano realtà, giocavo con Cappuccetto rosso, la nonna e il lupo abitavano con noi e parlavano il nostro dialetto.C’è stato un tempo in cui rappresentavi tutto il sapere fino allora conosciuto, bevevo come carta assorbente i tuoi gesti, le tue parole, i tuoi racconti, i tuoi disegni e con loro costruivo il mio mondo fatto di certezze assolute.C’è stato un tempo in cui eri l’essenza del coraggio, il coraggio stesso e in te sparivano le mie paure, la paura non resisteva in tua presenza ed io potevo guardarla negli occhi un istante prima di vederla andarsene a testa bassa.Erano gli anni in cui tu eri il mio papà ed io la tua bambina.C’è stato un tempo in cui eri per me la forza, la potenza, la macchina, giravi la puleggia del Landini, tiravi la corda della B.C.S., mi giravi sottosopra con una mano sola.C’è stato un tempo in cui eri l’eroe delle mie fantasie, il cacciatore che uccide il pollo sultano, il guerriero che cattura il toro impazzito, l’incantatore che ammaestra il corvo, lo stregone che libera le magie chiuse nei semi.C’è stato un tempo in cui stavi solo aspettando che io diventassi grande e poi saremmo partiti insieme con un carro coperto, tirato dal cavallo, saremmo andati a vedere le onde dell’oceano, i delfini che saltano lucenti, le sabbie del deserto, le carovane di cammelli ferme sotto le stelle. C’è stato un tempo in cui rappresentavi la legge, i tribunali e la giustizia, il tuo sguardo era una condanna e nessuna pena era peggiore del più piccolo dei tuoi rimproveri.Erano gli anni in cui tu eri il mio papà ed io la tua innamorata.C’è stato un tempo in cui ho pensato che non mi bastassi più, che non eri più nemmeno necessario, che il tuo compito si fosse esaurito, che solo i bambini piccoli avessero bisogno di un padre.C’è stato un tempo in cui la mia ignoranza mi ha fatto credere che la vita s’imparasse nei libri, che bastava studiare per sapere, che presto ne avrei saputo più di te, che avrei parlato un linguaggio che non potevi capire.C’è stato un tempo in cui mi pareva che fossi diventato miope, che sapessi guardare solo molto vicino, che i confini del tuo mondo fossero troppo piccoli per la mia arrogante voglia di vivere, il vento mi portava il canto delle sirene, altri erano i compagni di viaggio con cui avrei voluto partire, altri gli occhi in cui cercavo l’ammirazione.C’è stato un tempo in cui i miei miti passeggeri, i miei eroi di carta si scontravano con i tuoi guerrieri di granito, pensavo di avere un coraggio capace di uccidere ogni paura, m’illudevo che avrei potuto vivere ed essere felice anche lontano da te. Erano gli anni in cui tu con pazienza continuavi a essere il padre di una che si credeva autoprodotta.C’è stato un tempo in cui ti ho ritrovato, ho capito il tuo silenzio, la tua timidezza, la tua umiltà, ho scoperto che tu sapevi già tutto quello che io stavo ancora tentando di imparare.C’è stato un tempo in cui ci siamo ritrovati a fare lo stesso mestiere senza che nessuno ce lo avesse insegnato, pescando dentro a una saggezza antica e andando avanti per tentativi con la capacità di ricominciare sempre da capo, sapendo che ogni figlio è diverso e che neppure l’esperienza serve a evitare gli errori.C’è stato un tempo in cui mi hai insegnato che l’amore non si misura, che non esistono confini entro cui contenerlo, che non si può amare poco per non essere devastati dal dolore, che l’amore non si divide ma si può solo moltiplicarlo. C’è stato un tempo in cui ci incontravamo in un territorio dove non servono le parole, per farci coraggio a vicenda, per dirci che ce l’avremmo fatta, che stavamo vivendo l’avventura più bella del mondo, che quella era la vita alla quale tu mi avevi preparato e che anche dopo il più terribile degli inverni viene sempre la primavera.Erano gli anni in cui eravamo entrambi dalla stessa parte.C’è stato un tempo in cui nei tuoi occhi ciechi vedevo l’infinito, nei tuoi passi lenti e incerti lo scorrere veloce delle stagioni, nelle pieghe delle mani il racconto della tua vita.C’è stato un tempo in cui dietro i tuoi occhiali neri scorreva il film della tua vita, avrei voluto esserci sempre, avrei voluto vedere quello che i tuoi occhi avevano visto, sentire le parole che avevi detto, rivivere tutto tenendoci sempre per mano.C’è stato un tempo in cui come una madre ho bevuto ogni istante del nostro stare insieme perché avevo la certezza che il tempo non torna, che scorre sempre troppo svelto e che quelli erano i tuoi ultimi regali.C’è stato un tempo in cui ero io a scacciare le tue paure, eri tu che cercavi nella mia mano la forza per andare avanti, che volevi sentirti ripetere le mie bugie perché diventassero deboli verità a cui ti aggrappavi, volevi che ti aiutassi a credere che anche dopo il più terribile degli inverni viene sempre la primavera.Erano i giorni in cui tu eri mio figlio ed io ero tua madre.C’è stato un tempo in cui avrei voluto trovare il coraggio di dirti basta, basta soffrire, basta sete, basta fame, adesso puoi andare, sono grande abbastanza, posso farcela da sola, mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno, adesso finalmente puoi dormire.Ma non l’ho detto.Erano gli attimi in cui sei stato ancora una volta il mio papà ed io la tua bambina.Adesso che per te l’esilio è finito che hai ritrovato i tuoi affetti più cari, gli amici di una vita che ti hanno preceduto e quelli che non vedi dall’età della giovinezza, adesso che il tuo passo è ritornato sicuro e i tuoi occhi rivedono la luce, adesso che finalmente non hai più sete, adesso e solo adesso ho capito che per te la vita ha significato una cosa sola: resistere.Resistere, resistere, resistere.Per me.Resistere anche quando non mi conoscevi, anche quando non mi avevi ancora visto e non sapevi quando sarei arrivata.Resistevi aspettandomi perché sapevi che ci sarei stata solo se ci fossi stato tu.Adesso che ho capito tutte queste cose e chissà quante altre me ne mancano ancora, adesso avrei bisogno di averti qui per attraversare con te questo lago di solitudine che a volte è così grande da sembrarmi un mare.Avrei bisogno di qualcuno disposto a vivere al posto mio questo 19 marzo da orfana nel quale sento di annegare.
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