Se ripartissimo con coraggio dal Lodigiano?

Gli scandali nella gestione della cosa pubblica. Uno sfacelo! Peggio del 1992, all’inizio dell’epoca tangentopoli. Allora erano le persone minate nella loro credibilità, ora sono le Istituzioni, minate nella loro credibilità da tanti uomini corrotti o pronti a corrompere o a essere corrotti. Tanti. E allora si tenta di chiudere la porta della stalla quando i buoi sono scappati. Difficile restare indifferenti e non provare almeno sdegno, ma questo non basta, e nemmeno le condanne, prima dell’opinione pubblica e poi della magistratura, e nemmeno le condanne, prima dell’opinione pubblica e poi della magistratura, e nemmeno l’ allontanamento di certa gente, a ricostruire la fiducia degli italiani nelle Istituzioni. Sì, perché delle Istituzioni non si può fare a meno. L’astensione al voto può essere significativa una volta, a significare la sfiducia, ma poi bisogna ricostruire.E se onesti, competenti e rispettosi si tirano indietro per egoismo o ignavia, è ovvio che i poco di buono si faranno avanti e gestiranno la cosa pubblica, perché avranno la maggioranza dei pochi elettori. Non basta invocare onestà, competenza, rispetto, e poi mettersi alla finestra a vedere che cosa succede. Ora è il momento di fare pulizia davvero, togliere il marcio, recidere il tumore e la resezione deve essere ampia, perché il tessuto circostante può essere invaso, e sono si vede.Onestà nella vita personale, privata, professionale e pubblica; competenza , per formulare e realizzare poi un programma, acquisita negli studi, nella professione e nel servizio, prima nelle piccole pubbliche amministrazioni e poi, ma solo poi, in quelle più rilevanti; serietà e rispetto per i cittadini di ogni opinione, gli elettori, capacità di intrattenere un dialogo, senza arroganze e senza debolezze. Parti di un decalogo, minimale rispetto ai bisogni.Superato l’egoismo o l’ignavia, entrare in un partito politico serio, perché questi ci sono e ci saranno. Oppure sedersi ad un tavolo, in cui portare proposte, costruire e progettare, insieme ad altri, il futuro del nostro territorio. Per questo era nato, e c’è, il Laboratorio di impegno civile, per questo si sono tenuti due anni fa i primi Stati Generali del Lodigiano, per questo, in tanti, abbiamo preparato il Libro bianco. Il tavolo cui sedersi c’è. Non è una tavola imbandita cui mangiare quello che più piace, non è luogo per conoscenze e raccomandazioni, non c’è luogo in cui ci si spartisce la “res publica”, e non si guadagna niente, anzi! La cosa pubblica non è sotto di noi, da utilizzare o modificare a proprio piacimento o interesse. La cosa pubblica è in alto, e va servita, perché è di tutti.In tanti abbiamo lavorato, quando lo sfacelo non era ancora apparso in tutta la sua gravità. E poi il quadro cambia: gli intrecci di interessi a livello regionale fanno vacillare la Lombardia, la provincia di Lodi, in cui in tanti avevamo investito speranze e passione politica, non c’è più. Fino a quando resteranno le Amministrazioni dei piccoli Comuni a rappresentare i bisogni di tanta gente? Ma la società lodigiana non può esaurirsi in questi vuoti, sparire inghiottita dal nulla.Noi continuiamo a vivere, i nostri figli e nipoti più di noi. Dobbiamo offrire loro una società, un ambiente, un territorio fatto di abitazioni, di verde agricolo, di posti di lavoro, ma soprattutto di buone relazioni. Un futuro di giovani onesti, competenti, rispettosi gli uni degli altri, di famiglie serie in cui bambini e ragazzi vedano nei genitori esempi da imitare, e alle quali le strutture amministrative offrano supporti di vera crescita.Il 19 ottobre nuovo incontro per gli Stati Generali del Lodigiano. Chi vorrà sedersi al tavolo e collaborare, aiutare i giovani a capire? Chi dei più anziani, chi degli attuali amministratori o politici se la sentirà di mettersi in gioco, senza cordate di interessi, senza intenzioni di trarre vantaggi? Vantaggi vogliamo che ce ne siano, per le future generazioni, se insieme sapremo costruire il Lodigiano che vogliamo.

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