Questi stipendi sono davvero scandalosi

Nel 2016 i dieci più pagati manager americani si sono intascati qualcosa come 1,16 miliardi di dollari. In cifre: 1.160.000.000 dollari. In media: 116 milioni di dollari a cranio. Non lo dice qualche organizzazione anti-capitalista o qualche sgarruppato gruppuscolo spara-dati, ma Bloomberg che è un po’ la bibbia di Wall Street. Insomma sono numeri veri, verissimi, anche se mozzafiato. Perché, con gli emolumenti generosamente versati dalle rispettive multinazionali a codesti signori, si sarebbe pagato lo stipendio a circa 3.200 lavoratori italiani, considerata la paga media di ognuno di loro. O a mezzo Pakistan, considerando qualcuno che sta un po’ peggio. Quindi: o quel manager produce un vantaggio alla sua società pari al lavoro di 3.200 persone, o c’è qualcosa che non torna. La seconda ipotesi è ovviamente quella giusta. Facciamo che il super-manager valga come 320 lavoratori. Allora: o decuplichiamo lo stipendio a questi ultimi, o riduciamo ad un decimo la carriola di soldi che pochi super-fortunati stanno incamerando in questi anni di assurdità accettate. E già con 11 milioni e mezzo di dollari l’anno vivrebbero senza farsi mancare il caffelatte la mattina per diverso tempo.Viviamo in un mondo un po’ pazzo. C’è chi vorrebbe che il capitano d’industria o il senatore della Repubblica guadagnassero come uno spazzino, pur assumendosi compiti e responsabilità lievemente diverse. Ma c’è pure chi seppellisce di soldi personaggi che arrivano a guadagnare diverse migliaia di euro l’ora, notti comprese e festivi pure. Non sempre salvando l’umanità; spesso, giocando a calcio o giocando con le Borse.Come sempre, quando manca l’equilibrio, le società faticano sempre di più a stare in piedi. Non si possono umiliare i lavoratori, soprattutto i giovani, mentre i capi di quelle aziende si accendono i sigari con le banconote. Sia la voglia di emulazione sia la repulsione violenta sono condizioni patologiche, ma vanno curate le cause, non i sintomi. Altrimenti va in crisi quella giustizia sociale che lubrifica ogni buon vivere comune.La notizia è arrivata nello stesso giorno in cui la grande banca italiana che ha assorbito i tre piccoli istituti che hanno rischiato di finire gambe all’aria, comunicava che – entro tre anni – nel gruppo ci sarebbero stati 1.500 esuberi. Bella parola, esuberi: un in più che va tagliato… Il fatto è che il conto della grande abbuffata di certi super-manager, così bravi da essere strapagati e così fortunati da essere scappati con laute liquidazioni in tasca, lo paga qualcun altro. Uno gode, mille piangono, si diceva negli ultimi anni della Russia zarista.

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