Precari contro precari, cresce lo scontro

Che la crisi in atto non dia serenità a tante famiglie per via delle immancabili difficoltà, sacrifici, rinunce e incertezze tra cui quella di mantenere un posto di lavoro, questo lo sappiamo; che la crisi in atto provochi la caduta di certi equilibri che diversamente sono rimasti inalterati nel tempo e fortemente sentiti come solidarietà sociale, anche questo la abbiamo capito. Ma che la crisi in atto nel nostro Paese finisca, talvolta, col seminare odio e inaridire gli animi di fonte a una crescente insofferenza tra cittadini del Nord e cittadini del Sud, francamente questo non va bene e non va sottovalutato. Purtroppo è ciò che sta accadendo e non solo in ambito scolastico tra docenti precari, ma anche in altri settori sociali e produttivi. A giugno, tanto per non dimenticare, scoppia la guerra tra gli autotrasportatori del Nord e quelli del Sud. Oggetto del contendere è la decisione dell’ENI di ridistribuire il servizio dei trasporti di idrocarburi con autobotti tra Nord e Sud. Un’operazione che porta gli autotrasportatori locali del Nord ad essere penalizzati a causa di una revoca in termini di percentuale del potenziale di merce da trasportare a favore degli autotrasportatori del Sud. Volano parole grosse tra le maestranze territorialmente divise. Da una parte si parla di logica di mercato suicida, dall’altra di colonizzazione del Sud. Altro fronte aperto è quello della raffineria dei prodotti petroliferi tra la Sicilia e la Lombardia. Il Governatore della Sicilia Rosario Crocetta prova ad alzare i toni dello scontro anche in questo caso con l’ENI per la scelta di chiudere la raffineria di Gela, provincia di Caltanisetta, per trasferirla a Milano dopo che per anni la Sicilia ha rappresentato il collettore della ricchezza trasportata al Nord, e in modo specifico in Lombardia. Per Crocetta è in atto un duro scontro tra Nord e Sud che avrà come conseguenza la scelta di salvare le fabbriche al Nord e di chiudere quelle del Sud con grave danno sociale in termini di occupazione. Sempre secondo Crocetta, i cittadini del Sud continuano ad essere fortemente penalizzati rispetto a quelli del Nord. E arriviamo alla scuola con la questione aperta dai docenti precari del Nord scavalcati nelle graduatorie dai colleghi trasferiti dal Sud con punteggi più alti. Anche in questo caso il confronto si è fatto acceso. In molte province del Nord l’aggiornamento delle graduatorie ha messo in luce un massiccio inserimento di precari provenienti da alcune regioni meridionali, soprattutto dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Calabria. Un vero e proprio terremoto ha sconquassato l’ordine in graduatoria di molti docenti locali che dai primi posti sono finiti agli ultimi, perdendo ogni speranza legata all’imminente immissione in ruolo oltre che vedersi svanire la possibilità di essere convocati per eventuali supplenze. A Lucca, ad esempio, la situazione si è fatta talmente tesa al punto da costringere i precari del posto a prendere in seria considerazione la possibilità di rivolgersi alla Procura della Repubblica per richiedere la verifica dei punteggi ritenuti molto alti e perciò in odore di sospetto. Probabilmente il pensiero è andato a quanto accaduto a Lesina, un paesino in provincia di Foggia, dove è stato scoperto un vero e proprio mercato dei titoli falsi di vario genere fino a quello di maestra di sostegno al modico prezzo di 14 mila euro. L’organizzazione era in mano a una vigilessa del paese che evidentemente godeva di ampie protezioni per essere riuscita in tanti anni di “onorato servizio” a piazzare come docenti di sostegno casalinghe, bariste, pizzaiole, commesse e altre diverse categorie di lavoratrici in molte scuole sparse nelle varie regioni italiane da Nord a Sud. Sono in atto indagini per stanare le false maestre e rendere così giustizia a chi è rimasto vittima del raggiro e restituire credibilità alle istituzioni. Intanto molte false maestre già scovate e denunciate alla magistratura, hanno preferito patteggiare. Ma il sistema non è marcio. Se c’è qualcosa di marcio questo è l’intelletto di chi pensa di rubare la dignità altrui, affidando il proprio cammino professionale a false autodichiarazioni, falsi titoli acquistati, false identità sparse in un quadro di immoralità che attraversa il nostro Paese. Bene ha fatto la Ministra Stefania Giannini a ricordare che tutti hanno il diritto di spostarsi liberamente sul nostro territorio alla ricerca di occasioni di lavoro anche se ciò comporta lo scontro tra il diritto di chi è pronto ad affrontare disagi pur di trovare lavoro con la tutela di chi si vede svanire, dopo anni di sacrifici, la possibilità di trovare finalmente una prospettiva di lavoro che possa dare tranquillità a se stessi e alla propria famiglia. In mezzo ci sono le graduatorie la cui specifica posizione occupata viene ad essere determinata da un punteggio, il solo in grado di offrire imparzialità a tutti e a ciascuno purché nessuno giochi sporco con i titoli acquisiti e i servizi resi, affidando le aspettative a carte fasulle. D’accordo su un maggior controllo sui titoli dichiarati con verifica dei punteggi, ma probabilmente occorre fare qualche passo più e pensare a dare più poteri ai presidi peraltro responsabili in toto dell’andamento didattico, disciplinare, amministrativo e della sicurezza dell’istituto a lui affidato. Quello del reclutamento è un problema delicato che oggi più di ieri pone dei forti interrogativi. Così non si può continuare ad andare avanti. Il rischio di veder aumentare un conflitto strisciante, silenzioso che potrebbe trovare asilo nell’animo di chi vede nell’altro, non “indigeno” un diverso, un ospite inquietante, patrocinatore di sospetti e ingiustizie, portatore di conflitti sociali piuttosto che una risorsa a disposizione della collettività a cui si affida per un riconoscimento di condivisione e di solidarietà. Una simile situazione finisce con l’alimentare dubbi e incertezze su persone e valori fino a trasformare ogni convinzione in “faccenda di Stato”, creando divisioni e incomprensioni. E se nell’antica Atene, di Democrito, si diceva: «E’ di Abdera, dove di solito nascono gli idioti», oggi dei docenti precari provenienti dalle regioni meridionali qualcuno potrebbe essere tentato di dire: «Sono del Sud, dove di solito nascono i mariuoli».

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