Scrivendo queste note a poche ore dalla terribile notte parigina, sento forte la sproporzione tra quanto sta accadendo a livello internazionale e le nostre piccole vicende lodigiane. Credo però che anche segnali di speranza come quello di questa sera (alle 21, presso la Sala dei Comuni della Provincia di Lodi), quando una comunità territoriale si incontra e inizia un percorso unitario per guardare con lungimiranza, intelligenza e fiducia al proprio futuro, siano una parte essenziale del bagaglio di anticorpi al terrore e alla rassegnazione di cui una società deve disporre, per rispondere con forza e coesione alle minacce che la toccano nel suo stesso DNA. La sfida di affiancare alle difese già attive e a quelle ancora da approntare, in termini di sicurezza e di protezione delle popolazioni, anche momenti e occasioni di esercizio concreto della cittadinanza e della democrazia dal basso diventa infatti oggi ancora più profetica, perché ha in sé i germi di ciò che avrà la forza di sconfiggere da una parte la violenza insensata e feroce dei signori del terrore, dall’altra le risposte che invocando sfide tra civiltà o tra religioni disegnano già il proprio tragico epilogo. La prima vera convocazione plenaria dell’Assemblea del Lodigiano, che vivremo stasera e alla quale invito a partecipare tutti i cittadini, unendosi ai 263 fino ad oggi già iscritti, rappresenta un’occasione importante per il nostro territorio e un’inversione di tendenza rispetto alla deriva verso una forma di democrazia “carsica”, che emerge nei momenti elettorali per inabissarsi subito dopo. Non è vero infatti che i cittadini abbiano perso la voglia e la capacità di partecipare alle scelte che li riguardano. È vero invece che la sottrazione progressiva di luoghi e occasioni per esprimere - con la garanzia di essere ascoltati e considerati - idee, opinioni e progetti concreti, è un processo in atto da almeno trent’anni, prima con la crisi irreversibile dei partiti politici, poi con il progressivo svuotamento di risorse e di poteri delle autonomie locali. Questo ha fatto in modo che i cittadini non si riconoscano quasi più in istituzioni e in altri centri decisionali o di rappresentanza collettiva di interessi che sempre meno li hanno considerati come veri interlocutori. Il percorso partecipativo e democratico - a quanto ci risulta unico nel suo genere in Italia - che stasera, e nei prossimi due martedì, entra nel vivo, rappresenta una risposta chiara ed efficace a questa tendenza. I cittadini, insieme alle istituzioni che da sempre sentono più vicine, i Comuni, e ai loro rappresentanti eletti, vogliono riprendere in mano il proprio futuro e concorrere a determinarlo, nonostante impianti di riforma incompleti e provvedimenti calati dall’alto sulla testa delle persone e delle comunità - il vero tessuto del nostro Paese e il luogo in cui trovare gli antidoti a ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni - stiano minando alla base la possibilità di un esercizio pieno della democrazia su scala locale. Noi ci crediamo, e ci vogliamo provare: da stasera si fa sul serio. Il Lodigiano e i lodigiani rialzino la testa, tornino a pensare in grande e a guardare lontano, insieme.
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