Manteniamo l’autonomia del territorio

Caro direttore, ho letto con molta attenzione il tuo editoriale, che si fa interprete della sensibilità più profonda del valore dell’autonomia politica e organizzativa del nostro territorio, ora incardinata nella Provincia di Lodi. Come tu sai io ho partecipato per ben dieci anni al Direttivo del Consorzio del Lodigiano (al quale anche tu hai partecipato) e Vicesindaco al Comune di Lodivecchio, e da lì ho capito l’importanza strategica - sia chiaro, non per difendere poltrone o strapuntini - di una organizzazione organica per i cittadini di un territorio omogeneo, cuscinetto tra l’Emilia Romagna e la grande area milanese. (A tale proposito ci si chiede dove sia finita la famosa Legge «Tognoli» del 1989 sulla soppressione delle Province delle grandi città Italiane con l’area metropolitana). E’ bene ricordare che io in prima persona, con i miei collaboratori, con l’istituzione della Sede Anmic Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili di Lodi, abbiamo verificato dal ‘95 ad oggi, che oltre 30 mila (trentamila!) cittadini sono passati nelle Commissione di verifica dell’accertamento di invalidità civile presso l’Asl del Lodigiano. Non vorrei che si ripetesse il dramma degli invalidi civili costretti a vagabondare per sedi istituzionali tutte da definire che creerebbe un grandissimo danno sociale sia alle persone che alle loro famiglie. Ora abbiamo una struttura ben definita Asl e Inps, che con le purtroppo difficoltà attuali, riesce a mantenere un rapporto costante e diretto con l’invalido o comunque con coloro che devono sottoporsi a visita medica. Il competente Tribunale di Lodi, verifica tempestivamente i ricorsi. Se venisse smembrata, Dio non voglia, la Provincia di Lodi, avremmo una situazione drammatica sia per l’aspetto sanitario sia per l’aspetto puramente organizzativo territoriale. Risulata incomprensibile la decisione di «eliminare», con un criterio discutibilissimo, una trentina di Province a «macchia di leopardo» disseminata sul territorio nazionale senza alcuna «ratio», e soprattutto senza una progettualità istituzionale che surroghi tale «decimazione». Avrebbe avuto più senso, un progetto organico di superamento di tutte le Province Italiane, con istituazione delle aree metropolitane e con un progetto istituazionale coordinato tra capoluoghi esistenti e le Regioni di appartenenza. Così com’è è una grande porcata!

Pertanto condivido anche le preoccupazioni del Segretario generale della Cisl di Lodi, e assicuro che anche come Dirigente Nazionale dell’associazione Anmic (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili), terremo ben presente che l’autonomia politica di rappresentanza e organizzativa territoriale, per tutto il Lodigiano, resterà un momento intangibile. Mi sto impegnando personalmente con i Presidenti Provinciali dell’Anmic, che sarebbero toccati a livello nazionale dalla sciagurata soppressione, per rappresentare nel prossimo Congresso Nazionale di metà settembre a Silvi Marina, un’istanza omogenea al fine di garantire quanto prevede per legge - Decreto del Presidente dellla Repubblica 1978 - cioè la tutela e la rappresentanza dell’invalido civile a livello nazionale e sui suoi territori delimitati istituazionalmente.

Caro direttore, mi sembra una battaglia dura ma le ragioni del buonsenso e della capacità, anche con un po’ di ritardo, di esplicitare tutti gli aspetti a favore del cittadino in un ambito provinciale delineato, possano essere forti momenti di sensibilizzazione sociale di tutta la cittadinanza. Qui non si tratta di difendere nessuna «casta» poiché mi sembra che sia impensabile che il sopprimere in tutta la Lombardia solo la Pronvincia di Lodi, risolva tutte le problematiche Lombarde su eventuali privilegi. 230 mila abitanti pagherebbero lo scotto demagogico di un taglio ai costi della politica. Tutti gli altri 9 milioni e 700 mila Lombardi, secondo voi sarebbero paghi di veder sacrificata la Provincia di Lodi per accondiscendere ad una loro presunta rivalsa contro la casta politica? Ora diamoci da fare, ognuno nel proprio ruolo, ma consapevoli che tutte le forze politiche, sociali e organizzative, della sanità e soprattutto delle Istituzioni, facciano avere un segnale forte ed urgente ai politici che ci rappresentano in Regione Lombardia e a livello nazionale, in modo assolutamente trasversale e apartitico. Se saremo tutti uniti, difenderemo il nostro territorio e soprattutto i suoi cittadini.

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