Piluccando fra gli insulti di casa nostra, abbiamo visto che “ghe n’é un sfracel”, cioè ‘in abbondanza’. Ma anche “l’abbondanza” abbonda dalle nostre parti, se non nei beni materiali, nei termini che la esprimono: da sfracel a burdel, da frach a spavent, passando per badalücch e per i più ovvi barcada e vagon, müc e mücia, e così via. Partiamo da sfracel, che nei dialetti settentrionali passa dal significato di ‘sterminio, distruzione’ al senso figurato di ‘grande quantità’: diciamo, ad esempio, che “ala cursa dei cavai in piasa gh’era un sfracel de gent”. Niente di strano: anche in italiano parliamo di folla “sterminata”, mentre nel linguaggio famigliare per ‘grande abbondanza’ di persone o di oggetti usiamo il termine strage o, se vogliamo dare una connotazione negativa, flagello. Per inciso, è proprio il flagello, la frusta usata in antico come strumento di tortura, ad aver figliato il verbo sfracellare. Un termine affine, che dal Settentrione ha attraversato tutta la penisola incontrando grande successo, è fracco, soprattutto riferito a botte, bastonate e simili (“gli ha dato un fracco di legnate”). Nei nostri dialetti anche fracco assume il senso più generale di ‘grande quantità’ (al mercad gh’é semper un frach de done, quel lì l’à fai sü un frach de dané ecc.). Fracco viene dal verbo dialettale fraccare (premere, rompere, spiaccicare), di lontana origine latina (frangere, ‘rompere’).Se strumenti di tortura e bastonate spaventano, lo stesso spavento diventa sinonimo di grande quantità (‘st’estat gh’é un spavent de sinsale). Lo spavento come ‘abbondanza’ non è però una prerogativa dei nostri conterranei ma di tutta la nazione, visto che lo troviamo con pari significato negli scritti di un patriota come Giuseppe Mazzini. Il senso figurato del termine passa attraverso l’idea di ‘quantità talmente grande da fare spavento’.Molto più misteriosa è la parola badalüch, diffusa in un’area che va dal Piemonte al Friuli, con differenti significati e sfumature. Il senso di ‘abbondanza’ si mescola a quelli di ‘baccano, tumulto’, ‘oggetto ingombrante’, ‘individuo grossolano’, ‘persona sciocca’, ‘balordo’. In italiano badalucco è una parola antica, registrata da ogni buon dizionario, e quindi non ci fermiamo oltre.L’associazione di ‘grande quantità’ a ‘confusione, chiasso‘ è presente anche nei sinonimi burdel e casin, nati in ambiente militare un secolo fa e diffusisi rapidamente nel linguaggio comune, non solo in Italia ma anche, con espressioni equivalenti a ‘disordine’, in Francia e Germania. L’uso quotidiano di questi termini ha quasi cancellato il senso originale di ‘postribolo‘, facendogli trovare accoglienza anche in oratori e sacrestie (la not de Nadal in cesa gh’era un burdel de fiöi, al bar de l’uratori gh’era un casin del diaul). Negli ultimi anni, casino ha acquistato anche il valore di ‘molto, moltissimo’ (quei jeans mi piacciono un casino!). Qui però non si tratta più della nostra lingua di ieri ma del gergo giovanile di oggi, argomento che esula dagli obiettivi di queste noterelle.
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