Il rischio della disgregazione del Lodigiano

Gentile direttore, il dibattito che si è sviluppato fino a qui sul destino del nostro territorio dopo la abolizione delle Province decretato dalla legge del Rio, ha assunto un orientamento prevalente in direzione della città metropolitana. Volevo aggiungere l’opinione di uno che oggi è impegnato prevalentemente nel mondo del volontariato, ma che ha avuto la possibilità di vivere la fase “gloriosa” della Provincia di Lodi, condividendo le motivazioni per cui i promotori di questa istituzione si erano battuti: la ricerca di una identità e di una autonomia che permettesse di portare avanti delle scelte a vantaggio dell’intero territorio lodigiano. Mi sembra che il limite maggiore dell’orientamento che si esprime a favore della adesione alla città metropolitana sia proprio quello di derogare a questo obiettivo: mantenere unito un territorio che va dal Po fino alla periferia della grande Milano. In una delle prime iniziative assunte dal Partito Democratico per affrontare questa questione, con la presenza del vicepresidente della Città Metropolitana, ebbi occasione di chiedere se una scelta di questo genere sarebbe stata capace di coinvolgere tutti i comuni della nostra Provincia: perché se è chiaro che le comunità limitrofe alla ex Provincia di Milano possono avere tutto l’interesse a fare questa scelta,diversamente si pone la questione a mano a mano che ci si allontana dalla città capoluogo. Di più siccome la scelta di aderire alla Città Metropolitana deve essere fatta da ogni singola amministrazione comunale, non è detto che tutte le richieste debbano venire accolte dalla stessa. Il rischio forte è quindi quello di una disgregazione complessiva del nostro territorio. Non so se la proposta avanzata dal Sindaco del Comune di Cavacurta Daniele Santarelli, quella di accorparci con il territorio cremasco, possa costituire una reale alternativa, ma ha il merito di evidenziare che ci possono essere delle proposte diverse e ribadisco, le proposte diverse devono essere in grado di realizzare l’unità del nostro territorio. Una politica degna di questo nome deve avere la capacità di guardare oltre agli interessi contingenti: nella fattispecie si va con la Città Metropolitana perché li ci sono le risorse e gli investimenti, anche se poi è tutto da dimostrare che arriveranno fino da noi. La Provincia di Lodi, guidata dalle amministrazioni di centro sinistra, ha saputo costruire percorsi tesi a valorizzare le nostre potenzialità (anche se poi occorre considerare che la crisi intervenuta dopo il 2007, le ha di molto ridimensionate): dal Patto Territoriale al Contratto per lo Sviluppo al Piano Strategico della Provincia di Lodi, hanno costituito la cornice in cui inserire scelte di notevole rilevanza per il nostro territorio come Parco Tecnologico e Università. In un contesto di globalizzazione oggi fortemente messo in discussione, in quanto si è già verificato che non ha mantenuto le promesse di una maggiore equità nella distribuzione di reddito e risorse, in cui si riscopre il valore del locale come dimostrano le spinte indipendentiste di Catalogna, Galles e altri buttare a mare una esperienza che abbiamo faticato a costruire, mi sembra poco saggio e mi auguro che ci sia disponibilità per un maggiore approfondimento.

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