Il grave rischio di avere urne deserte

Domenica 25 maggio: giornata decisiva per il futuro dell’Europa. Non era mai avvenuto che tanti gruppi politici parlassero tanto male dell’Unione Europea e soprattutto dell’euro. Sarà bene ricordare subito che l’Unione Europea ha mosso i suoi primi passi nell’immediato periodo post-bellico, dopo la seconda guerra mondiale, che aveva seminato decine di milioni di morti, come non mai, oltre che sui fronti di scontro tra gli eserciti, nelle città con terribili bombardamenti, nei piccoli borghi e persino nelle campagne, ove gli aerei mitragliavano chi lavorava nei campi.Si deve soprattutto a tre cristiani, De Gasperi, Adenauer, Schuman, la spinta alla conclusione di accordi parziali (sul carbone e l’acciaio la Ceca) e poi a una visione complessiva, l’Unione Europea, che ci ha portato ad un risultato importantissimo e da non dimenticare: la cancellazione delle guerre, flagello che aveva insanguinato tanto frequentemente i territori del nostro continente. Non è possibile in poche righe elencare le critiche esposte all’organizzazione politico-economica dell’Unione. Rincresce tantissimo che il dibattito in corso sia più su tematiche nazionali e che i mass-media non informino più accuratamente sui programmi di quei partiti che ripongono procedimenti progressivi per andare sempre più verso una unione stretta dell’Europa e anche più rispondente ai bisogni delle popolazioni, soprattutto di quelle in maggiori difficoltà.I toni e le espressioni più presentate nel dibattito in corso portano tanti cittadini a giudicare il tutto come un litigio insopportabile. E la conclusione di molti tra essi è il disinteresse e quindi l’assenteismo. Il rischio fortissimo è quello di vedere, per il 25 maggio, le urne deserte. Come cristiani – nell’attuale situazione – dovremmo mettere in atto un’informazione accurata per ciascuno di noi e un impegno attivo nei nostri ambienti di vita per affermare l’importanza della partecipazione. Il chiudersi ai problemi sociali porta ad una catastrofe inimmaginabile: l’Europa che riprende il cammino della frantumazione e degli scontri. Domineranno sempre più i forti-potenti: quelli che hanno in mano le leve della convivenza e dei meccanismi organizzativi socio-economici.Anche il Papa, parlando all’Assemblea dei Vescovi italiani, li ha invitati a “non cedere al catastrofismo e alla rassegnazione” e ha messo in evidenza i grandi valori e i problemi dominanti del contesto europeo e nazionale: “famiglia, lavoro, migranti”.Mi piacerebbe, come ho sentito tante volte dal 1946 in poi, sentire nelle omelie di domenica 25 maggio l’invito a partecipare al voto, con lo sguardo attento a programmi e valori…

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