Cosa si fa per aiutare i poveri

Siamo maestri nel suggerire o nel chiedere agli altri ciò che devono fare per migliorare questo tempo e questa società. Soprattutto in questa fase di ‘crisi’ che morde prepotentemente la carne di tanti e di numerose famiglie. L’ultimo suggerimento in ordine di tempo è stato dato in quel fazzoletto di terra che è la città di Codogno: per venire incontro alle esigenze dei ‘poveri’ si chiede “l’eliminazione totale dei fondi alle scuole private”…, “la sospensione e l’eliminazione della percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria donati alla Chiesa ….” oltre ad altre proposte riguardanti il personale comunale e le tasse. Che dire? Innanzitutto – nel nostro caso - non si tratta di scuole private ma di scuole pubbliche non statali che ‘dovrebbero’ godere degli stessi diritti e doveri delle scuola pubbliche statali. Questo dovrebbe essere un punto fermo circa la libertà e la democrazia che è anche riconosciuto dalla legislazione del nostro paese, ma senza tirarne le conseguenze economico-operative. Le famiglie che scelgono la libertà di educazione sono caricate di ‘doveri’ ma non sono realmente riconosciuti i ‘diritti’ ad essi conseguenti! Circa gli oneri di urbanizzazione: essi non sono a favore della Chiesa cattolica ma di ogni confessione religiosa presente sul territorio con la quale lo Stato italiano ha messo in atto una ‘convenzione’ (se ne ha conferma se si vanno a vedere le caselline poste sui vari modelli di reddito: il cittadino può scegliere a quale confessione religiosa – oppure allo Stato per la cultura – destinare l’8 per mille!) e – di solito e per natura propria in questo caso della Chiesa – la destinazione di questi contributi va sempre a favore del cittadino o della popolazione che si riconosce in quella confessione religiosa, attraverso investimenti di conservazione o manutenzione di strutture a servizio delle persone oppure sostenendo associazioni o enti che operano a servizio di persone o famiglie in difficoltà. “Siamo sicuri che, in un momento di crisi come questo, i preti, pieni di amore cristiano, rinunceranno volentieri a questi fondi”: si conclude così il suggerimento-invito del Partito comunista dei lavoratori di Codogno. I membri di questo partito vadano ogni giorno – soprattutto al mattino - alla Casa della Carità, oppure alla prima domenica del mese si affaccino alle porte delle Chiese in modo da verificare e condividere quanto già la comunità cristiana – quindi non solo i preti! - pur con tutti i limiti e debolezze che si porta dietro, cerca di mettere in campo con e per le persone e famiglie in difficoltà (a questo si aggiunga quanto il Fondo di solidarietà diocesano – sostenuto anche dalle parrocchie della città - ha contribuito e sta contribuendo nel supportare famiglie che abitano il territorio nelle quali un genitori ha perso il lavoro in questi anni). Con ciò non viene meno la provocazione ‘evangelica’ a scelte di vita sobria e di condivisione con i poveri!

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