Frequentare l’università nel Regno Unito o nei Paesi Bassi costa piuttosto caro; la Germania, l’Austria, la Francia, la Scandinavia sono invece relativamente generosi con gli studenti e le loro famiglie (anche mediante assegni o sgravi fiscali). Sono alcune delle indicazioni emerse da una relazione della Commissione Ue sui costi dell’istruzione superiore su scala continentale, che si potrebbero incrociare, per ulteriori approfondimenti, con la percentuale dei laureati, che è elevata proprio nel Regno Unito, in Francia e Germania e più modesta nelle nazioni mediterranee e nell’est europeo. Notevoli differenze si riscontrano dunque in Europa per quanto riguarda gli studi universitari in relazione a tasse di iscrizione, agevolazioni fiscali, prestiti per studenti, così da rendere diverse fra un Paese e l’altro le opportunità di istruzione superiore. Una relazione realizzata per conto dell’Esecutivo, e presentata il 10 settembre, delinea un quadro piuttosto preciso, così da rendere possibile la comparazione delle situazioni per una eventuale mobilità fra un Paese e l’altro per quei giovani che fossero in cerca di migliori occasioni. Secondo il documento, «i costi che gli studenti devono sostenere per l’istruzione superiore variano notevolmente in Europa».
Le tasse d’iscrizione più elevate negli atenei statali si riscontrano nel Regno Unito dove gli studenti possono giungere a pagare, dopo una recente riforma, fino a 9mila sterline (circa 11.500 euro) per anno accademico. «Spero che il fatto che ora sia più facile per gli studenti comparare i costi dell’istruzione tra i vari Paesi porti a un aumento della loro mobilità e consenta di scegliere il corso per essi migliore», ha affermato Androulla Vassiliou, commissario per l’istruzione. «Questa relazione cade al momento opportuno: essa ci ricorda che aggiornare l’istruzione e la formazione è fondamentale per la prosperità a lungo termine in Europa».
In realtà si ha la conferma che frequentare facoltà universitarie è ancora un «lusso» o comunque una opportunità che non tutte le famiglie possono permettersi, considerando anche il fatto che oltre alle tasse occorre sostenere costi notevoli per i libri, altri strumenti per lo studio (ad esempio il computer), i trasporti o la vita lontano da casa, eventuali corsi aggiuntivi o studi all’estero…
Sulle tasse di iscrizione il Regno Unito (Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord) sembra dunque avere il primato: a partire da questo nuovo anno accademico, infatti, le nuove tasse di iscrizione oscillano tra 6mila e 9mila euro. In Inghilterra, però gli studenti per pagare tali tasse ricevono un prestito che non deve essere restituito finché i giovane non trova un lavoro adeguatamente retribuito.
«D’altra parte - si legge nella relazione - esistono nove Paesi in cui gli studenti (esclusi quelli stranieri, provenienti da Paesi esterni alla Ue) non devono pagare alcuna tassa d’iscrizione». Si tratta di Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Grecia e Malta (1° livello), Norvegia, Regno Unito (Scozia) e Svezia». In Germania per il nuovo anno accademico 2012/13 due Länder (Baviera e Bassa Sassonia) riscuotono tasse d’iscrizione, mentre gli altri 14 non ne prevedono. In ciascun Paese, poi, la quota degli studenti che paga tasse d’iscrizione varia notevolmente: in molti Stati le tasse d’iscrizione sono pagate da tutti gli iscritti, come ad esempio in Belgio (Comunità fiamminga), Bulgaria, Repubblica ceca, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia. In sette Paesi le tasse sono pagate dalla maggioranza degli studenti: Belgio (Comunità francese), Estonia, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia e Romania. In 4 Paesi le tasse sono pagate solo da una parte degli studenti (ed è il caso di Croazia, Germania, Lituania, Slovenia). In generale le tasse sono più elevate per i secondi cicli di studi e per i master.
Altre differenze sostanziali si riscontrano da un Paese all’altro in base alle diverse forme di aiuto finanziario, dirette o indirette, concesse allo studente o alla sua famiglia. Ad esempio tutti i Paesi Ue, membri o candidati, eccetto Islanda e Turchia, forniscono certi tipi di sovvenzioni, previste almeno per una parte degli studenti.
«In Danimarca, Cipro e Malta, tutti gli studenti ricevono sovvenzioni. In Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito, riceve sovvenzioni la maggior parte degli studenti». Secondo lo studio realizzato dalla Commissione, nella maggioranza dei Paesi (precisamente Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Croazia, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Scozia, Slovacchia, Spagna) «riceve aiuti solo una minoranza di studenti».
È una percentuale che varia dall’1% della popolazione studentesca in Grecia al 40% circa in Ungheria. Per quanto riguarda i prestiti, vi accede il 5% degli studenti europei. Assegni familiari di un certo rilievo si riscontrano peraltro in Belgio, Repubblica ceca, Germania, Francia, Austria, Polonia.
Gianni Borsa
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